Come affrontare il problema dell’ira parte 2
Di Massimo Mollica
La radice dell’ira
La settimana scorsa, abbiamo parlato dell’impossibilità di liberarci dell’ira senza un vero ravvedimento davanti a Dio e una conversione a Gesù Cristo. Chi è salvato in Cristo è unito a Lui e alla Sua vita, perciò lo Spirito Santo opera attivamente per trasformarlo in immagine di Cristo (Galati 2:20).
Non significa però che saremo perfetti in questa vita. Dobbiamo dunque aspettarci di dover combattere contro questo peccato, indebolirlo e sostituirlo con nuovi pensieri e atteggiamenti, come amore, pazienza, mansuetudine, perdono e parole edificanti. Con una totale dipendenza dalla grazia di Gesù Cristo e dalla potenza dello Spirito possiamo utilizzare l’insegnamento della Bibbia per realizzare questi passi di crescita.
Giacomo 4:1-3 è un testo fondamentale in questa lotta. Questi versetti sono scritti dal fratello di Gesù, uno dei figli di Giuseppe e Maria. Giacomo merita la nostra attenzione, innanzitutto perché la sua epistola è la Parola di Dio, ma anche perché ha vissuto vicino a Cristo in famiglia.
Giacomo 4:1-3
1 Da dove vengono le guerre e le contese tra di voi? Non derivano forse dalle passioni che si agitano nelle vostre membra? 2 Voi bramate e non avete; voi uccidete e invidiate e non potete ottenere; voi litigate e fate la guerra; non avete, perché non domandate; 3 domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri.
È utile pensare alla nostra ira in due modi, la sua manifestazione esteriore e la sua motivazione interiore. “Manifestazione esteriore” si riferisce alle diverse forme della nostra ira, per esempio scatti d’ira, parolacce, parole taglienti, violenza fisica e addirittura omicidio. Ci sono anche altre forme più subdole, come la freddezza verso gli altri e quando ci si chiude nel silenzio, nutrendo rancore verso gli altri.
“Motivazione interiore” si riferisce ai desideri più profondi dai quali scaturiscono queste manifestazioni esteriori. Spesso in una lite o in uno scatto d’ira, proviamo a trattenere le manifestazioni esteriori della nostra ira o giustifichiamo la nostra collera incolpando gli altri per la situazione spiacevole. Non riusciremo mai a indebolire questo peccato se non prestiamo attenzione alla motivazione interiore della nostra ira.
Secondo le parole di Giacomo, la nostra ira non è la colpa degli altri, ma sorge dai nostri piaceri che si fanno guerra interiormente, da desideri forti che non sono soddisfatti, dall’invidia e dalla gelosia e da motivi egoistici (anche per cose buone). Robert Jones riassume benissimo le parole di questi versetti “L’ira sorge quando non otteniamo quello che desideriamo così tanto. I nostri desideri per cose malvagie o i nostri desideri eccessivi per cose buone, sono sottostanti alla nostra ira. Questi sono le radici nel cuore delle nostre erbacce di rabbia.” (Robert D. Jones, Uprooting Anger [Debellare l’ira], Phillisburg, NJ: P & R Publishing, 2005, p. 59).